Articolo blog
Luce blu, come difendersi
Nonostante la luce rappresenti l’elemento fondamentale per il processo della visione, il suo spettro di lunghezze d’onda ne comprende di più o meno nocive. Tutti i display che si basano su una retroilluminazione hanno uno spettro di emissione con una predominante componente di blu e di frequenze vicine all'ultravioletto. Quelli che comunemente vengono definiti raggi blu sono raggi di luce con frequenza molto elevata, molto più dei raggi UV solari, e non sono visibili ad occhio nudo.
Tutti i moderni digital device sono retroilluminati con lampade a LED: smartphone, tablet, tv, navigatori, ecc. Per farla breve, il cosiddetto inquinamento da luce blu è intorno a noi, e continua ad aumentare.
La luce blu-viola è considerata nociva perché rappresenta la fonte di danno per le strutture oculari, prima tra tutte la retina. Inoltre va a interferire con il sonno, soprattutto se si guarda per lungo tempo un display poco prima di addormentarsi.
Il consiglio più ampiamente riconosciuto come valido è quello di evitare l'esposizione a questo tipo di dispositivi nelle ore che precedono il sonno e più in generale per troppe ore durante le fasi in cui all'esterno è calato il buio.
Per chi trascorre molto tempo al Pc invece è consigliabile l’utilizzo di occhiali con lenti anti-luce blu che possono essere adottate sia dai portatori di occhiali da vista che coloro che non presentano difetti visivi. Un modo ancora più semplice è rappresentato dalle pellicole anti luce blu da applicare ai display.
In ogni caso si raccomanda di fare sempre una pausa di 20 secondi dai monitor, ogni 20 minuti. Mantenere, inoltre, sempre una giusta distanza dai dispositivi digitali, pari almeno alla lunghezza dell’avambraccio e ogni tanto porre lo sguardo a una distanza di 20 metri. In questo modo i muscoli oculari riprendono per qualche istante la loro posizione più naturale, diminuendo il rischio dei problemi di vista.