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Anemia da carenza di ferro: di cosa si tratta?
Il ferro è uno dei minerali più importanti dell’intero organismo, essenziale per diversi processi organici. È un costituente dell’emoglobina, proteina dei globuli rossi deputata al trasporto di ossigeno dai polmoni a tutto l’organismo ed è coinvolto nella sintesi di diverse molecole in quanto componente di numerosi enzimi.
L’anemia da carenza di ferro si sviluppa quando le scorte di ferro, elemento necessario per produrre i globuli rossi, sono ridotte o assenti nell’organismo.
L’anemia da carenza di ferro in genere si instaura lentamente, poiché le scorte di ferro dell’organismo si esauriscono dopo diversi mesi. Con la riduzione delle scorte di ferro, il midollo osseo gradualmente produce minori quantità di globuli rossi e in caso di carenza di ferro, i globuli rossi prodotti non sono solo ridotti di numero ma sono anche di dimensioni molto piccole.
Chi segue diete che non contemplano l’assunzione di carne, fonte principale di ferro (come diete vegane e vegetariane), può avere situazioni di ridotto assorbimento a causa di una minore biodisponibilità di ferro, determinata da alcune sostanze contenute nei vegetali, come i nitrati o le fibre. Questo anche se, ricordiamo, il ferro può essere assunto attraverso alcuni vegetali. Nell’alimentazione dei bambini, per fare un altro esempio, l’ingestione prevalentemente di latte, alimento con poco ferro, può favorire alcune condizioni carenziali.
Tra le cause non alimentari la presenza di patologie gastrointestinali è sicuramente tra i motivi principali alla base della sideropenia; la celiachia, il morbo di Crohn o la colite ulcerosa che riducono l’assorbimento di ferro e determinano sanguinamenti che nel tempo incidono sul livello di ferro nell’organismo. Anche altri disturbi come emorroidi, gastriti o la presenza di parassiti intestinali, possono favorire l’insorgenza di condizioni di anemia.
Di solito la quantità di ferro introdotta normalmente con la dieta non è in grado di compensare una carenza strutturale di ferro. Di conseguenza, il ferro perduto deve essere reintegrato con un apposito integratore per via orale.
La terapia con ferro consente di correggere l’anemia di solito in 3-6 settimane. La somministrazione di ferro di solito avviene per via orale. Il ferro viene assorbito in maniera ottimale se assunto 30 minuti prima della colazione insieme a vitamina C (succo d’arancia o integratore di vitamina C). La somministrazione di ferro deve proseguire in genere per 6 mesi dopo che il numero dei globuli rossi è tornato nella norma, in modo da reintegrare completamente le riserve dell’organismo. Talvolta, se sono necessarie grandi quantità di ferro o se il soggetto non riesce a tollerare l’assunzione di ferro per via orale, lo si somministra per via endovenosa.
Periodicamente verranno poi eseguiti esami del sangue per garantire che il ferro somministrato sia sufficiente.